Anziani e vita cristiana

 Tra i primi a riconoscere il Messia nel piccolo Gesù portato al tempio per i riti che accompagnavano la nascita, sono gli anziani Anna e Simone. Non si tratta di una conoscenza fondata sullo studio ma sull’esperienza, che non è solo esperienza pratica ma anche maturità di sentimenti, quella maturità che rende saggi e che riempie di un’energia che nulla ha a che fare con la forza fisica ma che rappresenta comunque un poderoso strumento in grado di aprire le porte della verità. In latino, la parola senex, anziano, deriva a sua volta dalla radice indoeuropea san, che vuol dire produrre e cedere energia. L’anziano è dunque l’uomo dell’esperienza pratica, della sapienza di vita, che ha vissuto personalmente molte delle vicissitudini di cui parla oppure le ha viste vivere da altri e ne ha tratto degli insegnamenti preziosi. E’ un fuoco ardente che non aspetta altro che di incendiare gli animi di chi si affaccia alla vita e che non può che trovare beneficio dal calore scaturito dalle fiamme dell’esperienza di chi lo ha preceduto. Tutto questo rappresenta un valore solo se non si assottiglia quel filo rosso intergenerazionale che tiene uniti i giovani agli anziani. Un filo rosso che parte dal rispetto e la cura degli anziani e arriva fino alla consapevolezza che ognuno di noi, se si guarda nello specchio del tempo, è un anziano. La sensazione che vi sia una cesura tra generazioni sta nei fatti. L’egoismo imperante affolla gli ospizi. I giovani, distratti dall’idea di un mondo che deve essere conquistato, mettono da parte “i vecchi” perché rappresentano un peso di cui liberarsi senza però rendersi conto che in questo modo rompono quel patto tra generazioni che li vedrà messi da parte nel momento in cui saranno loro stessi, ad essere “i vecchi”. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, impegnato da anni nella difesa dei diritti degli anziani, in particolare sul diritto di questi all’assistenza sanitaria domiciliare, è stato tra coloro che si è battuto per l’approvazione in Senato del decreto legge n. 506 sulle deleghe al Governo in materia di politiche per le persone anziane. Uno degli obiettivi è il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Più nel dettaglio, il provvedimento riguarda la tanto attesa integrazione fra sociale, sanitario e assistenziale, la realizzazione di un vero continuum assistenziale per la presa in carico delle persone anziane sul territorio ed in particolare presso la loro abitazione. La finalità è essenzialmente quella di non sradicare l’anziano dal proprio domicilio e, a un tempo, rendere possibile una convivenza non conflittuale tra genitori anziani, figli e nipoti. 

“Ogni anziano che muore è paragonabile ad una biblioteca che brucia.” 

15/04/2023 

Maurizio Paolucci 

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