Per una riflessione sul 55° incontro di Studi delle Acli

Per una riflessione sul 55° incontro di Studi delle Acli

“Il Gradimento che la vostra presenza Ci procura, diletti figli. È ravvivato questa volta dalla scelta
dell’argomento, così importante e suggestivo, proposto dalle Associazioni Cristiane Lavoratori
Italiani (ACLI) come oggetto del vostro Convegno Nazionale di studio (…). Mentre ci congratuliamo
per la loro tempestiva e costante premura a favore dei lavoratori, desideriamo di esprimere a voi,
esimi studiosi, il Nostro compiacimento per la perizia e l’ardire, con cui affrontate e approfondite un
problema così vasto e delicato, ponendovi quasi a modo di ponte tra la scienza pura e la vita pratica
dell’economia, della tecnica e dell’amministrazione”
1
E’ così che Pio XII, il papa che volle “sperimentare” le Acli, ebbe ad esordire davanti al pubblico
convenuto a Roma per il 3° Convegno Nazionale di Studi intitolato: “L’automazione e il mondo del
lavoro”.
Era il 1957 e a Palazzo Barberini esperti e docenti universitari, unitamente ai tanti aclisti provenienti
da tutta Italia, si confrontarono su temi che, come ha scritto Rosati, rappresentavano “scenari
produttivi e organizzativi del lavoro che diverranno attuali molti anni dopo”
2
.
In effetti gli interventi, pubblicati sui quaderni di Azione sociale del 1957, furono votati alla ricerca
di un futuro nel quale fosse possibile trovare un equilibrio tra i processi di avanzamento tecnologico
e il tasso di occupazione, con uno sguardo importante a quell’aspirazione che fu della stragrande
parte dei protagonisti della filosofia e della politica durante la rivoluzione industriale: il superamento
del lavoro alienante, una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro e la riduzione del tempo dedicato
al lavoro.
Sono passati più di cinquant’anni e, seppure con un linguaggio che potremmo considerare superato,
i contenuti rimangono sorprendentemente attuali; lo furono per Rosati nel 1995 e lo sono oggi che
le Acli si preparano, seppure con un taglio moderno e uno sguardo dedicato più ad esplorare i
confini tra scienza e spiritualità, ad un convegno che ha per titolo: “Nuove tecnologie e intelligenza
artificiale, esperienza del limite e desiderio di infinito”.
In quell’ormai lontano 1957 Penazzato chiese allo studioso De Bivort un contributo sull’automazione
e le sue conseguenze sociali che trovò spazio nel numero 2 di Quaderni di Azione sociale e che
fece da battistrada al convegno di studi di giugno, un articolo che metteva in evidenza quanto fosse
necessario un approfondimento sui temi delle nuove tecnologie soprattutto in ragione di un
miglioramento della qualità della vita attraverso l’ottimizzazione dei tempi di realizzazione dei risultati
prodotti, sia per la gestione degli spazi di libertà del lavoratore; un tema caro a Papa Francesco che
più di una volta ha evidenziato la necessità per l’uomo di ricavare per se stesso e per i propri cari
un tempo libero dall’attività lavorativa.
In occasione dell’incontro del ’57 il problema del tempo libero fu oggetto di un’approfondita relazione
di Giovanni Gozzer, pedagogista trentino di fama internazionale, estremamente attento e rispettoso
del percorso intrapreso dalle Acli sui tanti temi del lavoro e che evidenzia, unitamente al teologo
francese Edoardo le Roy, come “il progresso non è frutto né dell’ordine tecnico né di quello
speculativo (…) c’è ben altro che questi due elementi nel fondo dell’attività umana: un appello ad
oltrepassare nella luce o azione, il sensibile e l’intellegibile. Che si debba in tal modo concepire
l’homo spiritualis, distinto al tempo stesso dall’homo faber e dall’homo sapiens: questa è in definitiva
la lezione che ci offre il Cristianesimo.”3
In definitiva, l’esperienza del limite passa dalla consapevolezza, dall’acculturazione ed è naturalmente
mediata dal desiderio di spiritualità che colma e propone un percorso che non è solo desiderio di
infinito ma consapevolezza di esso.
Ogni incontro di studi, più che risolvere, pone questioni che però hanno il pregio di farci riflettere
nella misura in cui ci rendono capaci, come scrive Dino Penazzato, di una “rinnovata coscienza del
valore perenne dei principi che ci ispirano e che sono la nostra forza: il valore dell’uomo, il valore e
la fecondità della solidarietà, nella forza ineguagliabile dell’ispirazione cristiana”.

 

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1. L’alto insegnamento di Pio XII sui problemi dell’automazione, in “Quaderni di Azione sociale”; anno VIII – n. 3, Roma 1957, p. 319.
2. D. Rosati, La fabbrica della speranza, Editoriale Aesse, Roma, 1995, p. 75.
3. G. Gozzer, L’automazione e il problema del tempo libero, in “Quaderni di Azione sociale”; anno VIII – n. 3, Roma 1957, p. 356

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MAURIZIO PAOLUCCI
Presidente provinciale delle Acli di Frosinone
Presidente regionale Patronato Acli del Lazio
Membro del Comitato esecutivo nazionale Patronato Acli
Direttore responsabile Acli Service Terra di Lavoro S.r.l.
Giornalista pubblicista
Studioso dei movimenti cristiani in Italia
Membro della Società Geografica Italiana
Laureato in Scienze politiche, Economia e Storia
Borsa di studio del Banco di Napoli per lo studio dei Fondi
Strutturali per il Mezzogiorno (FESR e FSE)
Master in gestione delle risorse europee per il No Profit
Esperto nella gestione contabile e fiscale delle A.P.S.

TELEFONO:
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